La produzione manifatturiera artigianale continuò intanto a svilupparsi, sia in continuità con le antiche lavorazioni sia entrando nell’orbita dell’industria, senza avere una visibilità e un prestigio, eccetto poche eccezioni, adeguati alla sua importanza economica e culturale.
È prevalsa a lungo l’idea che l’artigiano fosse una figura destinata a scomparire, marginale e arcaica, quasi medievale, o tutt’al più rinascimentale, ma comunque una sopravvivenza di altre epoche. Tale rappresentazione ha oscurato le reali dimensioni economiche e sociali del mondo artigiano e della sua complessità interna
In generale, nel contesto europeo l’accento è stato posto sempre più sulle piccole e medie imprese (PMI), siano esse organizzate o meno in forma distrettuale. Economisti e sociologi hanno in tal modo cercato di mettere a fuoco la struttura portante del nostro sistema economico. Ma il concetto di PMI rischia, ancora una volta, di trascurare la realtà minuta ma fiorente dell’artigianato, un tessuto vitale per l’economia e la società.
Dalle attività più tradizionali a quelle più innovative, l’artigianato è risorto sulle ceneri della massificazione e standardizzazione, andando incontro a mutamenti del gusto e dei valori, alle opportunità offerte dalle nuove tecnologie informatiche. Basta pensare all’attività edile, che secondo le previsioni, avrebbe dovuto essere sconvolta dalla industrializzazione dei componenti prefabbricati. In effetti non sono mancati sviluppi in tal senso, ma con la creazione, altro allo stesso tempo, di professionalità e strutture imprenditoriali di tipo artigiano: trasportatori, gruisti, montatori, carpentieri, ecc.
Se guardiamo all’imponente fenomeno di recupero e rilancio dei centri storici delle città europee, questi sono stati e sono ancora oggi terreno d’elezione delle ditte artigiane e occasione di recupero di antichi saperi e sperimentazione di nuove tecnologie.
Considerazioni analoghe si possono fare per molti altri settori, per tale motivo il concetto di PMI, generalizzatosi e banalizzatosi, deve essere assunto con prudenza. Esso infatti tende ad oscurare il mondo dell’artigianato che è invece intrecciato, più che confinante, con quello delle piccole imprese.
Per altro, in molti casi, anche il concetto di “distretto industriale”, che ha goduto di giusta fortuna in molte zone dell’Europa per mettere a fuoco il radicamento territoriale di parti significative della nostra industria, dovrebbe aprirsi al ruolo imprescindibile dell’artigianato ai fini della creazione e riproduzione del “capitale sociale e umano”, ossia della risorsa cruciale su cui oggi come ieri deve poter contare il nostro sviluppo economico.