Nell’antichità gli artigiani hanno avuto una scarsa considerazione. Secondo Aristotele un artefice – “banausos” – che lavora con le mani non deve avere diritto di cittadinanza nella polis; egli lo riconduce ad una condizione semi-servile. Le cose sono cambiate molto lentamente ed indubbio è stato nel corso dei secoli l’influsso del cristianesimo.
Nel tardo Medioevo e nel Rinascimento l’artigianato raggiunge il suo massimo splendore. Tra l’XI e il XIV sec. costituisce l’ossatura economica portante della società europea: è il principale motore dello sviluppo culturale delle città; fornisce la base delle autonomie comunali; rende possibile un vasto scambio di merci pregiate; contribuisce in modo decisivo alla realizzazione di grandi capolavori di architettura, scultura, pittura.
Dopo aver gravitato a lungo attorno ai centri di potere feudali ed ecclesiastici, gli artigiani, attraverso le libertà comunali, acquistano una propria autonomia e contribuiscono alla nascita della borghesia.