Che cosa si nota dei due edifici che paiono allineati? In realtà essi si trovano a breve distanza l’uno dall’altro, nel centro storico di Cracovia. Vengono da due epoche lontane – la chiesa francescana è stata costruita nel Medioevo e il moderno padiglione, che ospita un centro di informazioni turistiche, è una nuova aggiunta al contesto storico urbano. Ora essi coesistono, giocando ruoli diversi e con funzioni diverse. Hanno molti tratti in comune. Prendiamo in considerazione alcuni aspetti di questa evidente continuità.
Confrontiamo prima le forme dei due edifici e il gioco di linee orizzontali e verticali. Le chiese gotiche furono erette in modo da puntare verso il cielo, da qui il predominio della verticalità. L’edificio moderno risponde a questo orientamento attraverso la sua facciata torreggiante, ma mantiene le distanze dalla chiesa, attraverso il suo carattere terreno, ‘arrotondato’. Le due forme così segnalano le loro diverse funzioni, sebbene la continuità di stili venga mantenuta. Quest’ultima caratteristica è ulteriormente supportata dalla scelta del materiale. Il moderno edificio ha una facciata in mattoni con pietra calcarea, le cornici delle finestre si riferiscono chiaramente alla combinazione dei materiali utilizzati a Cracovia nelle chiese gotiche. Certamente questa non è una replica di una facciata medievale – la disposizione dei mattoni e la moderna semplicità delle cornici delle finestre, le conferiscono un ‘tono’ diverso.
Ora confrontiamo le vetrate in entrambi gli edifici: questo è l’aspetto più evidente della continuità tra l’antico ed il moderno. Il processo era già iniziato in quanto la chiesa venne restaurata dopo un incendio. Le finestre medievali originali furono successivamente dotate di un unico vetro colorato da un brillante artista liberty. Questo intervento è già parte della storia dal momento che fu eseguito a cavallo tra il XIX e il XX secolo e da allora le finestre di questa chiesa sono già diventate parte del patrimonio culturale di Cracovia. Ora il nuovo edificio riprende questo tema diventando sede espositiva per tre vetrate istoriate, disegnate dallo stesso artista più di un secolo fa, ma realizzate solo ora. Ingrandire per vedere meglio – l’intero progetto è un ottimo esempio di dialogo, grazie ad un artigianato sapiente, tra l’antico e il contemporaneo.
Il nuovo edificio del centro di informazioni turistiche è anch’esso un buon esempio dell’approccio attuale alla conservazione degli ambienti del patrimonio culturale. Il documento fondante è la Carta di Venezia del 1964, in cui si afferma chiaramente che qualsiasi intervento in aree storiche “deve distinguersi dallo stile architettonico preesistente e deve avere un timbro contemporaneo.” Di conseguenza, i nuovi edifici in tali ambienti devono essere distinguibili da quelli storici in modo da evitare riproduzioni e falsificazioni storiche. Tuttavia questa prescrizione non deve essere presa come un invito ad introdurre nuove forme o materiali discordanti, tali da provocare la distruzione delle caratteristiche peculiari del luogo in cui si inseriscono.
I beni del patrimonio culturale devono essere protetti non solo dalla distruzione, ma anche dall’inserimento di elementi e stili dissonanti. Il prezioso tessuto degli spazi urbani storici è stato a lungo messo in pericolo da tali progressi, con conseguenze disastrose sulla unicità delle caratteristiche. Le attuali battaglie per la conservazione tendono a concentrarsi non tanto contro la distruzione fisica dei beni di interesse storico operata in nome dello sviluppo economico, ma piuttosto contro progetti architettonici stravaganti.
Tuttavia, i luoghi storici sono ancora entità viventi. La domanda è: come possono crescere e accogliere il cambiamento senza perdere il loro carattere? La cosa più importante qui è l’adeguatezza dell’intervento proposto, piuttosto che la sua stretta conformità con lo stile degli edifici intorno – l’architettura del passato e quella del presente non devono confliggere nei luoghi simbolo del patrimonio culturale. Questo non significa eseguire una copia dello stile di quel luogo ma l’essere creativi senza confliggere con le caratteristiche storiche dell’ambiente urbano.
Vorremmo chiudere questo modulo stimolandovi a confrontare il padiglione Wyspianski a Cracovia con un altro moderno edificio icona, il Kunsthaus di Graz. Sono stati progettati nello stesso periodo e per la stessa occasione, entrambe città capitali europee della cultura, Cracovia nel 2000 e Graz nel 2003. Entrambi gli edifici si trovano in aree storiche, ed in relazione, in modo tra loro molto diverso, con tali aree. I seguenti link sono punti di partenza per raccogliere i dati per il confronto, ma è facile, su internet, trovare altre informazioni su questi grandi opere e sugli architetti che le hanno realizzate.